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Grecia & Giornali

Grecia & Giornali

rassegna stampa (quasi) giornaliera di quanto raccontano della Grecia ed intorno ad essa i quotidiani ed i settimanali del mondo


Dopo l'avvento della crisi, i greci lavorano per promuovere l'economia 'sociale'

Pubblicato da Enzo Terzi su 31 Gennaio 2014, 19:34pm

Tags: #Mavromatis, #Tsolakidis, #Syriza, #Tsipras, #economia sociale, #Grecia, #Zafeiropoulou, #corruzione Grecia, #Katerini

Il proprietario grintoso di una piccola azienda familiare che fa detergenti non ha mai avuto il tempo per manifestazioni anticapitaliste. Così si è mostrato sospettoso e scettico quando è stato avvicinato da attivisti di sinistra che lottano per eliminare i "profittatori" dal mercato.

(articolo apparso su The New York Times, 28/29 gennaio 2014)

 

Pur tuttavia, lottando per mantenere la sua attività a galla, schiacciata sotto il peso di fatture non pagate e continue richieste di tangenti, Savvas Mavromatis, titolare dell’azienda, ha deciso di tentare una strada diversa. Ha iniziato a vendere i propri prodotti direttamente ai consumatori, per contanti, a prezzi fissati attraverso una organizzazione senza scopo di lucro, invece di passare tramite negozi e commercianti come aveva sempre fatto.

Quattordici mesi dopo, dichiara, tramite questa associazione la sua azienda è uscita da quella crisi economica greca che oggi rivaleggia con la Grande Depressione.

"Siamo nel bel mezzo di una terribile crisi e sono solo in cerca di soluzioni", ha detto Elias Tsolakidis, elemento trainante del cosiddetto movimento “no-intermediari” qui nel nord della Grecia, un piccolo, donchisciottesco ma sorprendentemente riuscito tentativo di ridefinire i termini di commercio. "Non abbiamo la bacchetta magica. Noi non siamo comunisti e non siamo capitalisti, ma stiamo cercando di aiutare le persone a sopravvivere”.

Nella loro ricerca di soluzioni, i greci cercano di arrangiarsi con un nuovo tipo di economia con pochi precedenti nell’Europa moderna. Il crollo dell'economia greca mette a rischio non solo la sopravvivenza dei greci, ma anche alcuni dei meccanismi fondamentali del capitalismo in una nazione dove l'economia si è ridotta di circa il 25% dal 2008.

Guardando i numeri, il sistema di mercato in Grecia è crollato vertiginosamente, vittima della corruzione endemica, della cattiva gestione del bilancio dello Stato e delle richieste prepotenti dei mercati finanziari globali.

In risposta, iniziative sperimentali come quella di Mavromatis sono nate nei dintorni delle città in tutta la Grecia. Anche se non possono offrire una soluzione a lungo termine ed anche se sono troppo piccole per alterare il trend complessivo dell'economia, rappresentano uno sforzo in positivo per affrontare una crisi economica il cui più vicino antecedente può solo ritrovarsi all'indomani della seconda guerra mondiale.

Attacchi contro il profitto del moderno capitalismo non sono una novità in Grecia, dove Syriza, una coalizione di forze di sinistra radicale, ha perso di stretta misura le ultime elezioni nazionali nel 2012 e che, secondo i sondaggi, è ormai il partito più popolare del paese. Il suo leader, Alexis Tsipras, decora l'ufficio del suo partito ad Atene con un poster dell'icona rivoluzionario Che Guevara.

Tuttavia, Syriza, come molti altri partiti di sinistra in Europa, si è ardentemente impegnata nel criticare l’economia "neo - liberale" richiedendo azioni concrete per alleviare le grandi difficoltà economiche della popolazione, tra cui il 27% di disoccupazione. Si è concentrata principalmente nella denuncia dei tagli ai posti di lavoro, soprattutto nel mastodontico settore pubblico e attaccando le misure di austerità imposte dai creditori internazionali della Grecia in cambio dei 328 miliardi dollari di salvataggi.

Poiché la sinistra rimane profondamente impegnata a combattere gran parte dello status quo, il compito di rispondere alle chiamate per un nuovo sistema economico che porti un po 'di sollievo alla miseria della Grecia è divenuto appannaggio di persone come il signor Tsolakidis, che organizza le fila del movimento “no-intermediari” nella sua regione attraverso una organizzazione no-profit locale denominata “Gruppo di Azione volontaria di Pieria”.

Il movimento mira a tagliare fuori i grossisti, i gestori di negozi, i burocrati statali o chiunque altro si frapponga tra produttori e consumatori e che una volta prendevano una quota dei profitti aggiungendoli così ai costi delle merci. Al contrario, il gruppo di Tsolakidis gestisce un sito web in cui gli ordini vengono presi in anticipo provvedendo poi alla distribuzione ai clienti per un prezzo fisso pagato in contanti.

Il suo gruppo prende un piccolo rimborso per coprire le spese, ma non paga gli stipendi ai suoi membri, oltre 3.500 volontari che hanno un lavoro o sono disoccupati. Si tratta di un piccolo anello di una lunga catena di imprese che cercano di creare un'economia parallela "sociale", a partire da quello che divenne noto come la "rivoluzione della patata", un movimento ormai a livello nazionale che ha ridotto il prezzo delle patate facendo sì che gli agricoltori vendano direttamente ai clienti.

In aggiunta alla principale attività “no-intermediari”, che si sviluppa in tutta la regione, il Gruppo di Azione Volontaria di Pieria gestisce una clinica gratuita gestito da medici volontari e una farmacia fornita di farmaci frutto di donazioni.

Christos Kalaitzis, 53 anni, un convertito alla causa che coltiva kiwi, olive e ceci con la moglie, nella loro fattoria nei pressi del monte Olimpo, ha riconosciuto che anche lui inizialmente era rimasto scettico, ma, stufo di non essere pagato da grossisti ed esportatori che sono falliti dopo aver preso i suoi prodotti, si è deciso a cogliere l'occasione .

"L'obiettivo non è quello di distruggere il vecchio sistema di mercato, ma solo di rallentarlo e farlo cambiare", ha spiegato il signor Kalaitzis. "Forse questo è un po' romantico, ma perché dovrei vendere alle grandi imprese se i loro assegni tornano indietro? Se il mercato libero in Grecia avesse funzionato correttamente, niente di tutto questo sarebbe necessario".

Tagliare fuori gli intermediari del mercato ed evitare ricorsi agli aiuti di stato: con questo approccio condiviso da molti esponenti della sinistra greca gli attivisti sperano di risolvere, dicono, la disperazione (oramai) passiva sentita da molti greci, che necessiteranno di una generazione o più per risalire dal disastro economico.

"Questo è un concetto del tutto nuovo per la Grecia", ha detto Fiori Zafeiropoulou, un’esperta sui modi per integrare gli obiettivi sociali e le iniziative imprenditoriali, consigliando la stesura di una nuova legge che conferisca lo status giuridico di "imprese cooperative sociali", ovvero enti che combinano entrambi gli interessi, commerciali e sociali. A differenza degli attivisti di sinistra, però, lei non vuole sconvolgere le forze di mercato, ma solo rendere un miglior servizio ai bisognosi.

Fare progressi, ha detto, è stato spesso lento perché "in Grecia c'è un problema, e il problema si chiama corruzione", quello cioè che lei definisce un'intera cultura che ruota intorno per ottenere favori da parte dello Stato, così come bustarelle e vere e proprie tangenti.

Mavromatis, il fabbricante di detersivo, ha detto che i responsabili degli acquisti nei supermercati, sia di proprietà di greci o di compagnie straniere, chiedevano tutti tangenti solo per concordare un incontro al fine di poter presentare i suoi prodotti. Mi hanno anche chiesto denaro - ha aggiunto - per garantire una buona sistemazione in vetrina e sugli scaffali dei suoi articoli. Il prezzo varia a seconda di quale scaffale sceglievo per il mio detersivo: ad esempio il ripiano vicino al pavimento costava di meno. In media ha pagato circa 1.300 dollari per ogni transazione, più regali a Natale e altre festività .

Ha detto inoltre che quando ha iniziato a vendere attraverso il gruppo no-intermediari, "Avevo avuto a che fare con i supermercati per così tanto tempo che ho continuato ad aspettare che mi chiedessero soldi sotto il tavolo. Ma nessuno ha mai chiesto nulla, e non ho pagato nulla".

"Non riuscivo a capire perché stavano facendo tutto questo gratuitamente", ha aggiunto Mavromatis, 46 anni,

"Ero molto diffidente e continuavo a pensare: Dove è il trucco?"

Ha detto anche che credeva nel libero mercato, ma non in Grecia, dove è distorto dalla corruzione ad ogni livello, pubblico e privato.

Mavromatis ha aggiunto poi che aveva investito circa 680 mila dollari per aggiornare la sua linea di produzione sulla base di una promessa da parte del governo per cui sarebbe stato parzialmente rimborsato da "fondi di coesione" forniti alla Grecia da parte dell'Unione europea. Ma il governo, ha detto, ha dirottato i soldi stanziati per lo sviluppo del business per pagare il lavoro di soccorso dopo una serie di incendi boschivi. Il governo ancora gli deve circa 273 mila dollari, ma che lui oramai non si aspetta, sicuramente non in tempi brevi.

Oltre a quello, deve avere 404.000 dollari da negozi e altri acquirenti che hanno acquistato i suoi detersivi pagandoli con assegni tornati indietro. "All'inizio sono andato in tribunale per fare loro causa, ma non avevano i soldi", ha detto, aprendo un libro mastro infarcito di assegni a vuoto.

Oggi Mavromatis vende regolarmente presso i mercati “no-intermediari”. Pratica un prezzo leggermente inferiore rispetto a prima, ma non ha più da preoccuparsi di pagare tangenti o di avere assegni scoperti. Le famiglie che lottano economicamente, intanto, arrivano a comprare i detergenti per la casa, frutta e una miriade di altri beni ad una frazione del prezzo normale di mercato.

In contanti, per la prima volta da quando l'economia della Grecia è andata in picchiata nel 2008, il Signor Mavromatis ha recentemente acquistato un nuovo camion Mercedes-Benz per trasportare i suoi detersivi dalla sua fabbrica in un villaggio vicino alla città di Katerini, il capoluogo regionale e ha ampliato la sua linea di prodotti includendo la carta igienica.

Anche dopo sei anni consecutivi di recessione, ha detto, "la gente ha bisogno di lavare i vestiti, lavare i piatti e andare in bagno".

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